martedì 30 ottobre 2012

Scarecrown, Parte Prima

Scarecrown, Parte Prima

Non c'è nulla che avvicini le persone più in fretta di una triste e malinconica comprensione.“

    - Milan Kundera



Ho deciso. Ci chiameremo Scarecrown.”

Dissero tutti che il nome era davvero fico.



**



Tutto partì da Raoul. Un ragazzo di circa vent'anni che era incazzato circa quattordici ore al giorno (le altre dieci dormiva). Ma era un'incazzatura strana perchè non trapelava. Con altri era sorridente, disponibile, acido solo quando serviva. Raramente divertente, dato che non aveva la capacità di far ridere. Aveva però una spiccata ironia e soprattutto autoironia. Forse l'incazzatura derivava proprio dalla scarsa autostima. Viveva in uno stato di perenne agitazione e fermento. Non era felice, ma questo non è strano: la felicità è come la salute, la devi mantenere, non conquistare. E lui viveva questa situazione da solo. Non voleva parlarne con nessuno, voleva viverla appieno senza chiedere ausilio a nessuno convinto, forse, che l'avrebbe reso più forte. Ma in realtà non ci credeva nemmeno lui. Una combinazione di timidezza, celata misantropia o odio per la debolezza (soprattutto la propria) lo costringeva dietro le proprie mura interiori. Un po' se la vantava. “Il lupo solitario.”

Inutile dire che il suo successo con le donne era pari allo zero. Era anche abbastanza brutto (nonostante il nome da figo). Denti un po' prominenti, naso storto, capelli senza una forma precisa. M lui se ne fregava, chiuso nel proprio cervello. Il suo passatempo preferito era la fuga dalla realtà. In bus o in auto la sua mente volava via. Si sfogava così. Non aveva altro modo, almeno finchè non si avvicinò al metallo. Il suo rapporto con la musica era difficile da delineare fino a quel momento. Alle elementari aveva provato più di una (senza risultato) volta a imparare a suonare il pianoforte, sotto pressione dei genitori. Alle medie niente. Alle superiori conobbe Davide e con lui i Sabbath. E tutto cambiò lentamente. In tutti e cinque gli anni delle superiori ascoltò molti cd, scaricò tonnellate di album e cercando di ascoltarli tutti e memorizzarli. Il matrimonio avvenne col death. Il suono gutturale e rabbioso del growl lo faceva sentire vivo.

Lui si immedesimava nel cantante, si sfogava insieme a lui. Gridava al mondo la sua situazione, si liberava. Stava interi minuti a crogiolarsi in un assolo allucinante o nel vomito di imprecazioni e odio del cantante, riuscendo per la prima volta a non pensare, a lasciarsi travolgere da quella spirale di negatività ed energia che veniva fuori dal computer. Più di una volta aveva discusso con gli amici di questa sua attitudine. Gli chiedevano perchè ascoltava quegli assatanati e perchè era così felice di farlo.

<< Tu cosa cerchi nella musica? >> Aveva risposto una volta Raoul.

<< Boh, un cazzo. Ritmo, orecchiabilità, testi, >> Disse un'amica.

<< Io cerco rabbia. Cerco incazzatura. Cerco odio. Mi piace sentire il suono di una chitarra distorta che fa un assolo allucinante, voglio sentire un uomo urlare come un cane idrofobo. E' tutta energia e ne ho bisogno. Ho bisogno di rabbia perchè forse non ne provo abbastanza. O chissà cos'altro. Quando ascolto il resto provo solo il nulla infinito. Non avverto sentimenti, non avverto un cazzo. >>

La discussione era terminata lì. E spesso il dialogo si ripeteva con qualche parola diversa, con qualche incazzatura di più o con qualcuno che sfotteva un altro. Di solito, dopo una discussione simile, andava da Davide a discutere. Era diventato qualcosa di molto simile al suo migliore amico. Anche lui l'aveva preso in simpatia ma era molto preso dalla sua ragazza, quindi si vedevano poco. Nonostante ciò rimaneva il suo pusher di musica e Raoul ne era contento. Una volta scoprì pure che Davide suonava la chitarra e quello fu il momento in cui per la prima volta gli balenò in testa l'idea di creare una band. Aveva sempre carezzato l'idea di sgolarsi davanti ad una folla di pogatori. Di essere lui il protagonista. Di vomitare personalmente la rabbia, invece di usare quella di un altro. Non lo disse subito. Voleva aspettare e ponderare bene la cosa, non doveva esagerare. Aveva abbastanza problemi e non voleva crearne altri.

Hate isn't Enough” fu il primo passo. Era un semplice festival musicale che, per la prima volta, avveniva nel suo paese. Lui lo prese come un segno del destino. Nondimeno, l'entrata era gratuita. Si trattava di tre band che suonavano a intervalli regolari. Due delle tre erano del posto, entrambe cover band. Una non male l'altra appena sufficiente. Ma lo spettacolo ci fu con la terza. Come da tradizione, la band finale era il pezzo forte, il momento di spannung. Il pogo diventava serio, qualcuno si faceva male per davvero. La folla si accalcava, come tanti animali al macello. Alla prima canzone dei Bloodfeast, si buttò nel pogo per la prima volta. E provò sulla sua pelle il dolore di cadere per terra, la gratitudine maschia di quello che ti tirava su. Botte da tutte le parti, come una trottola. La luce soffusa. Era solo l'inizio. La canzone iniziava con un intro di chitarra elettrica accompagnata da una batteria costante e modulata, non troppo aggressiva. A Raoul venne in mente la lezione che aveva tenuto quella mattina stessa: i ritmi ossessivi fanno entrare il sensitivo in un mondo ALTRO”.

Lui non era sensitivo, questo era sicuro ma qualcosa cominciò a cambiare. Il suo cuore cominciò a battere allo stesso ritmo della batteria, l'adrenalina cominciò a salire, il suo cervello fu scosso da immagini tremende. Come se tutto quell'imane concerto fosse un rito da setta. Loro erano l'assemblea, i tipi sul palco gli officianti. Come uno di quei racconti fantasy che aveva letto. C'era tutto un rituale. Spesso prevedeva sacrifici umani. Poi gli officianti cantavano, suonavano, facevano qualcosa e spalancavano le porte per il loro dio venuto dall'altra dimensione. Qualcuno la chiamerebbe setta satanica o cos'altro. Raoul percepiva il tutto come qualcosa di sacro. Cominciò a sudare. La chitarra e batteria erano gli strumenti del maleficio... Poi apparve il basso. Apparve lentamente, di sottofondo, senza essere prepotente come la cugina a sei corde ma si sentiva. Era necessario. La batteria cambiò ritmo, la chitarra divenne più distorta e il demone spalancò le fauci. Raoul sussultò urlando di gioia e si rituffò nel pogo madido di energia negativa. Si sentiva bene.

Dire che il growl del cantante era aggressivo sarebbe stato riduttivo. Era molto di più, ma bastava guardarlo in faccia. Le sopracciglia formavano una V perfetta come se fosse sempre stato così. I suoi capelli ondeggianti sembravano tentacoli. Furono cinque minuti e quaranta secondi di puro delirio. Ed era solo la prima canzone. Raoul ascoltò tutto come se fosse un condannato a morte, deciso a strappare ogni singolo pezzo di quello che aveva ascoltato per farlo SUO. Perchè ne aveva bisogno. La sua insoddisfazione lo portava a quello. Non poteva farne a meno, era come un dolce veleno, una droga misteriosa. Tutto il rito durò diverso tempo e lui ne uscì radicalmente cambiato sotto molti aspetti.

Giorni dopo ne parlò con Davide. Condividevano le stesse cose, erano entrambi uomini con qualche problema da urlare. E tutti sappiamo che non c'è niente di più bello di urlare al mondo i tuoi problemi. Non si tratta di parlarne, ma di urlarli proprio. Sbatterli al prossimo come vomito e corroderli per sempre. Alessia, la ragazza di Davide, era con loro. Ascoltava in silenzio. Lei era una strana persona... Passava molto più tempo con uomini rispetto a persone del suo sesso perchè non mi va di parlare di vestiti”, diceva lei. Molto più uomo di molti maschi, molto meno donna di tante ragazze. La compagnia ideale per un gruppo di disadattati. E aveva l'abitudine decisamente gradevole di parlare solo al momento opportuno, come se non volesse sprecare parole. Non sapeva molto di lei e né tantomeno di lui. Ma sembravano fatti l'una per l'altra. Non parlavano mai insieme ma erano in totale simbiosi.

Tu suoni la chitarra vero?”

Solo nel tempo libero.”

Che roba fai?”

Bon un po' di tutto. Quello che mi va. Youtube mi offre tutto il necessario. Dio lo benedica.” Davide era completamente ateo.

Ah... Sai dove posso imparare il growl?”

Prova a cercare nella mia risposta precedente.” Lo disse senza cambiare espressione. Raoul non si abituava mai allo strano modo di comunicare di Davide. Aveva un chè di comico, ma non ti veniva mai da ridere.

Capisco. Hai mai pensato di suonare seriamente?”

Sì, ma non so se ne sarei capace.” Si erano capiti perfettamente.

Io devo cominciare da zero. Dimmi se ti va... Io vorrei proprio.”

Anche io...” Alessia strinse la sua mano forte, senza parlare.

Vado a preparare l'annuncio.”

Le persone simili, per loro intrinseca natura, parlano poco perchè fra loro c'è davvero poco da dire.



**



L'appuntamento avvenne al Danish Pub circa una settimana dopo. C'erano tutti e quattro, anzi cinque. Ma la quinta era muta. Quello che si era presentato come batterista si chiamava Alessandro, era una persona con tanta rabbia dentro (del resto come tutti), ma la sua la potevi toccare con mano. Era primo dan di Kyokushin e lo vedevi in prima fila in qualche rissa. Aveva il classico sguardo assonnato da serial killer. Mentre parlava sfregava le mani, piene di calli. Rideva e diventava serio con una facilità impressionante. Un brutto ceffo. Il bassista, o presunto tale, si chiamava Roberto. Tutto quello che serve sapere su di lui era che sembrava una persona depressa e che fumava come una ciminiera. La loro conversazione durò pochi minuti. Tutti espressero lo stesso pensiero di aspettare poiché non tutti sentivano pronti. Raoul per primo che doveva imparare a cantare in quel modo animalesco.

Appuntamento fra un anno da oggi. Inizieremo davvero.” Disse Raoul.

Come vi chiamerete?” Chiese Alessia. Era da tanto che non la sentivano dire qualcosa. Raoul ci pensò su un minuto e rispose. Tutti erano d'accordo.

Le persone simili parlavano poco perchè si capivano l'un l'altro.

Quella sera Raoul cominciò il suo viaggio aprendo Youtube.

lunedì 22 ottobre 2012

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Ho inserito i fottuti tags, qualcuno me li aveva chiesti, eccoli quà. Spero vadano bene. Ancora nulla di nuovl, mi spiace. Se cerchi i racconti, scorri in basso lungo la pagina.

venerdì 12 ottobre 2012

Se sei quì per la prima volta...

Vi consiglio di cominciare a leggerle dall'ultima (quella più in basso). Va bene qualsiasi commento, anche insulti. Ho finito le storie, per ora. Se vuoi leggerne altre dovrai pregare il tuo dio (se ne hai uno) di farmi avre l'ispirazione di scrivere qualcosa. Ho un pò di roba in cantiere, bisogna che ci sia tempo e, appunto, ispirazione.