lunedì 12 novembre 2018

Il Fratello Ritrovato

Il Fratello Ritrovato


Una figura ricoperta di borchie, pelle e coltelli si avvicina ad un tavolo. La sedia, lì vicino, sembra essere stata appena usata, data la posizione. Si siede e si lascia andare ad un sospiro che trapela stanchezza, mentale e fisica. Sul tavolo, nota, vi è un quaderno aperto. La rilegatura è antica e pare scritto a mano, con una penna d'oca. Incuriosito, l'uomo poggia la propria spada, inzuppata di sangue, sul tavolo e va alla prima pagina. Un pensiero comincia a balenargli nella testa, insieme ad un sentore di panico primitivo. Il frontespizio del foglio dice...

Giorno Primo
Cara Angelica,
tengo questo diario perchè qualcosa non va. Voglio dirti cosa mi sta succedendo e perchè non riesco a parlarti. Te lo farò leggere al mio ritorno, invece di narrarti una storia lunghissima che voglio dimenticare. Perchè tornerò da te, lo giuro!
Il primo giorno, quì al Maniero Maynard, è stato strano. In realtà è stato ieri, ma mi sembra passata un'eternità. L'altra cosa strana è che non so assolutamente che giorno sia. Questa mattina mi sono svegliato e sono successe delle cose: primo, il mio telefono è come morto in maniera irreparabile, non si accende più; secondo, non riesco a ricordare in che mese siamo o altro. E' come una cappa d'ombra che mi è entrata nella testa, facendomi dimenticare tutto.
Questa prima cosa è stata la scintilla d'allarme che mi ha spinto a scrivere queste note. Ho paura per la mia vita e credo che vergare queste lettere possa aiutarmi. Devo occupare il mio tempo quì, dove il tempo non sembra passare mai e non devo pensare. Iniziamo dal principio...
Quando ti ho detto che ero stato invitato dal mio amico di vecchia data Reinhardt, non pensavo minimamente sarebbe accaduto tutto questo. Dovevo immaginare, tuttavia, qualcosa dato che mi ha contattato tramite lettera: chi scrive più le lettere? Perchè non ricordo che anno è ma so questa cosa? Ricordi? Mi aveva invitato una settimana nel suo maniero appena acquisito tramite testamento. Voleva mostrarmelo e rinsaldare i rapporti della nostra amicizia, dato che da molto tempo non ci vedevamo. O almeno così diceva...
Il suo maniero sembra uscito da un film della Hammer: arroccato su un picco, coperto da nebbia e nubi, la forma slanciata verso il cielo terso. Aveva mandato una carrozza per me, all'inizio della via che portava al suo maniero, al margine della foresta. Il cocchiere non ha spiccicato parola, anche quando gli ho chiesto come mai non guidasse un auto. Ho avuto l'impressione che dietro quei vestiti non ci fosse niente. Peraltro, una volta arrivati, è scomparso. 
Il mio amico mi ha salutato all'ingresso. I suoi capelli erano cresciuti, e così la barba. Era vestito come Dracula e non aveva perso tempo per ridere di sè e delle sue manie "macabre". Mi aveva mostrato la mia stanza, da dove ora sto scrivendo. E mai, mai avrei immaginato tutto questo.
Ora vado a dormire, sono stanco. Continuo domani. 
O meglio, ci provo... a dormire.
Ti amo.

Il guerriero gira pagina.

Giorno Secondo
Cara Angelica,
ho fatto un sogno strano e terrificante. Sai che, di solito, non sogno o, al limite, sogno cose inesplicabili e contorte. Stasera, invece, ho visto una scena raccapricciante e squisitamente vivida. Devo essere stato suggestionato dalla situazione e dall'ambiente, non ci sono dubbi. Probabilmente, vedere i ritratti di famiglia del mio amico mi ha colpito profondamente, perchè ho sognato proprio loro. Reinhardt mi ha detto che, prima che ci abitasse lui, lì era dimora della famiglia di suo zio, morto in guerra una vita fa. Ci avevano vissuto, però, la figlia e la moglie per molto tempo prima di, inspiegabilmente, andarsene senza dare spiegazioni. Il castello era stato quindi ceduto al mio amico. Tornando ai precedenti inquilini, i ritratti mostrano una bellezza insolita e diafana, come fossero di secoli fa. La cugina del mio amico, Khrista, era molto bella. Il quadro l'aveva immortalata in un vestito del '700, coi capelli neri ricci acconciati come uso dell'epoca; il pittore, inoltre, era stato bravissimo a far risaltare i suoi occhi verdi. La madre, specchio della figlia, tranne che per il vestito, stava sul quadro all'immediata destra. Chiudeva l'elenco lo zio, vestito come un generale Asburgico e con lunghi baffi a punta. Chiesi a Reinhardt come mai non mi avesse mai detto di avere parenti nobili. Si mise a ridere, senza rispondere. Ma ho divagato troppo...
Insomma il sogno. Nella mia visione, quella che era la madre, stava davanti a me. Io mi trovavo immobilizzato, come accade sovente nei sogni. La signora aveva un'espressione atterrita in volto e indietreggiava verso il muro, come se qualcosa stesse per ghermirla. Un'ombra sulla parete mostrava un uomo curvo con lunghi artigli, come un mostro... Poi finì tutto di colpo e io mi svegliai preda di turpi pensieri. Che succedeva? Che sogno era? Perchè io? E perchè oggi non ho visto per nulla il mio amico?
Ti amo.

Giorno Terzo.
Cara Angelica,
oggi ho sognato ancora, ma te ne parlerò dopo. Oggi Reinhardt mi ha fatto visitare il giardino e la sua biblioteca. E' incredibile quanti libri possieda questa dimora. Ma, venendo al punto, gli ho chiesto come mai avesse scelto di chiamarmi per questa rimpatriata, dopo tanto tempo. Lui farfugliò qualcosa su un ipotetico lavoro che poteva farmi fare, ben sapendo della mia condizione di disoccupato, e io me ne rallegrai. In fondo, ci speravo, tu lo sai. Te lo dissi.
A pranzo, come era sempre accaduto, ero da solo e i piatti erano già sul tavolo imbandito. Ottima cacciagione e vino rosso forte. Dov'era, ogni giorno? Perchè appariva dopo il tramonto? Perchè diavolo deve farmi credere di essere un dannato vampiro?
Il sogno, stanotte, era più vivido. Potevo vedere ogni sfumatura di terrore sul volto della donna, dato che s'è ripetuto, solo molto più chiaro. Credo sia morta di paura in un istante: una morte misericordiosa, parrebbe. Inoltre, sentivo come se stessi ingoiando sangue...
Passo molto tempo a girare per la fortezza, tra armature antiche, cappelle e zone ancora non adibite al vivere, con strati di polvere e teli che coprono i mobili. Ha iniziato a far freddo, ma Reinhardt tiene sempre acceso il camino. Stasera abbiamo parlato del più e del meno davanti al fuoco, bevendo vino, ma lui appare sfuggente, in alcuni tratti anche addolorato, ma non gli ho cavato una sola parola di bocca. Poi ci siamo separati e ho visto il primo fantasma.
Un cavaliere, un crociato direi, in armatura completa e celata abbassata, è passato davanti a me mentre stavo per entrare in camera. Sono stato nel bagno mezz'ora prima di calmarmi e decidere di essermelo immaginato... E' stato così gratuito. Così veloce, come fosse una cosa normale, ma il mio cuore ancora ne soffre. E' stato il primo momento in cui credevo davvero di morire.
Ti amo.

Una pausa, il volto fra le mani, poi si ricomincia.

Giorno Quarto
Cara Angelica,
stanotte, oltre al sogno, che però non era cambiato quasi per niente rispetto alla sera prima, ho iniziato a sentire i primi rumori sospetti. Tamburi ossessivi, flauti nel cuore della notte. Eppure mi è stato detto che il castello è disabitato, tranne che per noi due. Non ho chiuso occhio, immaginando le cose più turpi: una processione di morti che mi trascinava su un altare nei sotterranei, uomini lupo nel bosco, una congrega di maghi neri nascosti nei pertugi della roccaforte. Tutto, ho pensato. Fuori nevicava e la luna splendeva come fosse fatta di latte. Non mi sei mai mancata così tanto. Il letto è freddo e io ho paura. Ti prego, aiutami!
A ripensarci meglio, nel sogno, forse ho intravisto un pò dell'aggressore, vestito di rosso e con lunghi capelli neri. Ma nient'altro. E poi, come un dejavù. Il sapore in bocca, al mattino, era ancora più orrendo del solito!
Oggi ho provato a saggiare il portone d'uscita, nel caso dovessi fuggire. Sembra aperto. Ho parlato con Reinhardt ma lui mi ha detto di non aver sentito niente e mi ha raccontato di aver avuto un impegno diverso ogni mattina. Mentiva, io lo so!
Stasera credo di aver sentito ululati di lupi e qualcosa come dei canti in una stanza vicino alla mia. Ho notato solo pochi minuti dopo che vicino alla mia non c'è nessuna camera. Non ho chiuso occhio.
Domani scapperò da quì, dannazione!
Ti amo!

Giorno Quinto
Angelica...
Questa notte credo di aver avuto l'impressione di conoscere l'aggressore della donna, ma mi rifiuto di pensarci ancora. Voglio dimenticare tutto e tornare da te! Aaaaah!
Oggi non ho visto Reinhardt per te e ho deciso di andarmene tramite il portone principale ma è successa una cosa agghiacciante: scendendo di sotto, dove pensavo ci fosse la porta, ho trovato ssolo un'altra ala del castello! Com'è possibile? Ero sicuro! Sto diventando matto, ma non so come fare, dato che le altre finestre danno su un precipizio infinito. Oggi porterò con me il quaderno ed esplorerò questa nuova ala, tanto ormai non so più cosa è reale! Poco fa ho visto una bambina giocare con la mamma a palla, nel cortile! 
Voglio svegliarmi...
Ti amo.

Giorno Sesto
Amore mio!
Sento gocciolare dappertutto! Ho provato ad assopirmi per terra, in una stanza buia, ma mi sono svegliato in preda al panico subito dopo, o almeno credo! Ogni volta che provo a dormire sogno cose orrende e mi sveglio col cuore in gola. Inoltre non riesco più a tornare nella mia camera. Sembra sia passato molto tempo, ma fuori è sempre notte.
Oggi ho avuto il mio primo pensiero suicida, vedendo una vecchia alabarda appesa alla parete, ma resisterò! Voglio vederti...
Tuo.

La grafia diventava sempre più nevrotica. I caratteri più piccoli o grandi, a casaccio. La carta era un pò arricciata, come se avesse toccato acqua.

Giorno Settimo
Cara Angelica,
sono di nuovo in camera mia. Reinhardt mi ha trovato mentre vagavo senza meta nel labirinto dell'ala nuova. Mi ha portato, tenendomi la mano, nella mia stanza. Sono riuscito a dormire poche ore ma mi ha risvegliato uno schiamazzo che proveniva dalla mia finestra, credo fosse un pipistrello. Dormire è stato bellissimo, ma ho sognato ancora quella cosa. Nel sogno, ora, potevo muovere la testa e, osservando in basso, ho notato uno strano vestito, il mio. Sembrava da donna... Che dannazione significa?
Oggi non è successo nulla di importante ma, ad ogni porta che apro, o svolta che faccio, mi aspetto di vedere qualcosa. Ho perso appetito, penso solo a cosa può succedermi. Preferirei morire che vivere così. E ho riprovato a cercare il portone, senza risultato. Mi sono fermato prima di rientrare nel labirinto, però. 
Passando davanti ai ritratti, oggi, ho sentito qualcosa, come un magone allo stomaco. Il vestito di Khrista era molto bello, vorrei regalartelo. 
Reinhardt ha dei capelli neri lunghissimi, li ho visti oggi sciolti per la prima volta. Chissà quanto ci ha messo.

Giorno Ottavo
Amore mio,
mi basta chiudere gli occhi per vedere orrori! Ho pensato a lungo...
BASTA DANNAZIONE VOGLIO ANDARMENE MALEDETTO BASTARDO SE TI VEDO TI AMMAZZO

Giorno Nono
DOVE SEI TI PIANTO UN PALETTO NEL CULO SCHIFOSO PARASSITA

Questa pagina presentava degli schizzi di sangue. Il respiro del lettore si fece concitato. I brandelli della sanità mentale dello scrittore gli scivolavano addosso ammorbandolo come una cappa di catrame.

Giorno Decimo
L'ho trovato! So dove sta tutto il giorno! Nella sua bara maledetta, al piano di sotto. Oggi l'ho aperta, aveva il volto cadaverico e trucco nero su occhi e bocca. Riposava come morto! Avrei voluto aprire la finestra per incenerirlo, ma non vi sono finestre in quella stanza. E ho avuto così tanta paura che mi sono orinato addosso! Sono scappato in camera come un topo, ma DOMANI SARA LA SUA FINE PAROLA MIA

Giorno Undicesimo
Anche oggi ho tergiversato, ma domani non accadrà, perchè HO CAPITO TUTTO. Il sogno è diventato chiaro, infine! L'aggressore della signora era Reinhardt, nel sogno di stanotte s'è rivelato a me, girandosi proprio nel io campo visivo! La faccia è la sua! I denti sporchi di sangue e gli occhi iniettati di sangue non lasciano dubbi! Quel bastardo è un maledetto succhiasangue! Poi è accaduta un'altra cosa che, onestamente, non so perchè non mi abbia ucciso. Reinhardt, nel sogno, mi ha guardato come se sapesse che sono io... Come se sapesse che stavo sognando! Ha preso uno specchio e me l'ha messo davanti al viso! Ma non ero io, il mio volto era chiaramente quello di Khrista! Ero lei, vedevo tutto COI SUOI OCCHI! Dallo specchio ho visto il viso della fanciulla deformato da una mordacchia, quella cosa schifosa metallica che si metteva alle streghe prima di metterle sul rogo! Per umiliarle e per evitare che potessero recitare incantesimi che potessero richiamare Lucifero per salvarle! Inoltre, nella biblioteca, ho visto un libro che presentava gli schizzi di come doveva essere tale strumento: presentava un gancio che perforava la lingua e obbligava la malcapitata a ingoiare continuamente il proprio sangue! Il bastardo l'aveva costretta a vedere mentre uccideva la madre e Dio... Dio solo sa cosa è successo dopo! Ma c'è dell'altro! Preso dalla follìa, ho rovistato come un pazzo nella tenuta, scovando dei documenti segreti! Li vi è scritto che i veri tenutari della dimora sono la famiglia dei ritratti, ma non si fa alcun cenno a Reinhardt! Sono sicuro che non è loro parente, ha usurpato la loro casa! Lui le ha uccise! 
Uscirò di quì e lo inchioderò, porterò esorcisti, poliziotti, TUTTI!
ANZI LO UCCIDO
Caro amore mio, fuggirò da quì o morirò, io così non riesco più-

Le note si interrompevano di colpo, con una lunga striscia dopo l'ultima lettera, come se uno spavento improvviso avesse fatto trasalire lo scrittore. La figura, girandosi, diede un'occhiata al letto: impronte come di unghie (e sangue) testimoniavano una lotta. Forse qualcuno si era aggrappato alla testiera del letto con tutte le sue forze, mentre lo trascinavano via... O peggio.
La figura prese un accendino e bruciò il libro. Nelle fiamme, vide dei ricordi.
"Fratello mio..." Disse, piangendo. Poi prese la spada, inzuppata di sangue, e si gettò nei corridoi bui e lugubri.