venerdì 22 giugno 2012

Dita

Dita

Colonna Sonora: Giovanni Allevi – L'Orologio degli Dei (2006)



Bisogna gustare il male con la punta delle Dita.”



E' come tentare di eccitare una donna. O qualcosa di simile.

Le falangi si muovono veloci, non le riesci a seguire con lo sguardo. Non capisci, ma sta succedendo il finimondo. Mi sembra di avere il fuoco dentro, ogni volta che faccio questo pezzo. Lo facciamo sempre, per chiudere. Per rendere felice il pubblico prima di tagliare la corda. E diciamocelo... Senza di me non farebbe la metà dell'effetto che fa.

Te ne accorgi... Dalle persone, da come si muovono, dalla loro espressione. Ce ne sono alcuni che hanno lo sguardo spiritato, iniettato di sangue, che si godono in silenzio e senza muoversi quel religioso momento estatico. Altri lo manifestano in altri modi. Cominciano ad urtarsi, cadono a terra, spesso si fanno male. E' giusto. Fossi al loro posto farei la stessa cosa.

E quando faccio l'assolo... Beh è come vedere un orgasmo. Anche i fermi cominciano a muoversi. E' impossibile stare fermi. In questi casi mi sento come un burattinaio. Ho in mano tutti loro. Ed è una sensazione stupenda, non la cambierei per nulla al mondo.

Un cascare di luci, la batteria finisce. Vedo una coppietta che consuma. Poi ce ne andiamo accompagnati da un urlo bestiale. Nel camper c'è la solita fila. Scelgo la bassina dai capelli rossi.

E' come suonare una chitarra.



**



La mano sinistra, tenendo l'impugnatura, freme. Il tizio è sempre più vicino. Lo sento, sento la sua paura. Cerco di ricordare cosa aveva fatto, ma non ci riesco. Magari la solita questione di soldi.

Esco dall'angolo e lo guardo. E' un frate straniero, forse un portoghese. Ormai fanno tutti affari coi miei capi. Persino i maledetti santoni. In fin dei conti non hanno portato niente di nuovo. Lui si accorge di me, ma non capisce. Continua a camminare tenendo quella specie di rosario piccolissimo in mano. Quando è vicino a me gli sbarro il passo. E capisce.

Come un automa mette mano al crocifisso che ha attaccato al collo, un coltello forse. Ma non ne ha il tempo... La mia mano si muove veloce e la sua testa rotola via. Iai Jutsu. Non provo più nulla. Un tempo mi sarei eccitato, avrei riso. Ora è tutta roba già vista. Con un movimento secco tolgo il sangue dalla spada. Rinfodero e me ne vado.

Torno alla locanda. Mi siedo al solito tavolo, c'è lui ad aspettarmi, come sempre.

<< Allora? >>

<< Il vecchio è morto. >>

<< Bene, l'oyabun ha parlato, ecco il tuo prossimo bersaglio. All'alba. >>

Non pensa che forse sono stufo di giocare a fare il boia.



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Odio la pioggia. Una giornata davvero schifosa.

La odio perchè copre i suoni. Lei, che non segue regole, cade a caso. Senza ritmo. Uno schifo.

Ed è proprio in questi momenti che attacco la chitarra alla corrente e suono. Non riesco proprio a sopportarla. E per coprirla suono meglio del solito. Perchè devo farle capire chi comanda. Riprovo tutti i pezzi, al volume minimo. Per non impaurire quegli idioti dei miei vicini. Li odio almeno quanto la pioggia.

E provo di nuovo quella sensazione, benchè il volume sia minimo. E' bellissimo. E questo spiega tutti gli airguitar che vedo ad ogni concerto. Mi dispiace per tutti quelli che non possono farlo, ma in fondo è colpa loro.

Mi concedo venti minuti di paradiso, devo andare a lavoro. Esco di casa mettendo il mio nuovo giubbotto di pelle.

Cammino sotto la pioggia bestemmiando a bassa voce. Prima o poi deciderò di comprare un ombrello. Tutte le persone che vedo mi sembrano vuote. Sguardo fisso, altri ridono. Mi scivolano addosso come acqua.

Proprio come la pioggia.

Arrivato a lavoro mi dicono che il mio macchinario ieri ha dato problemi a quelli del turno di notte.



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E' come musica. La nostra.

L'acciaio contro l'acciaio. Non c'è suono più celestiale. Era da tempo che non incontravo uno spadaccino di tale livello. Balliamo la danza della morte sulle note della tensione. Una musica fatta di parate, fendenti, finte e soprattutto sangue. Sono riuscito a ferirlo vicino allo zigomo al nostro primo assalto, poi l'altro ha capito chi aveva davanti e ha fatto sul serio.

Ho perso il conto del tempo. Ogni singola parte del io corpo è concentrata sul metallo. Poi una finta... L'ho colpito.

Un sorriso si apre vicino la sua spalla destra, ride. Mi dispiacerà davvero ucciderlo, ma sto sprecando tempo. Ormai ho capito il suo stile, posso finire quando voglio, ma... Quando ancora mi capiterà di sentirmi vivo come adesso? Poi appare un problema. Una donna... Cosa ci fa lì? Chiamerà le autorità?

L'avversario approfitta della mia distrazione e mi attacca di soppiatto, mi ferisce di striscio ma si sbilancia. Io non perdo tempo e gli sferzo il collo troncandogli l'arteria. La fontana... Lo vedo inginocchiarsi, mi inchino, rinfodero e vado all'inseguimento della donna, giro l'angolo ed è lì. Ma circondata da poliziotti. Bestemmio sottovoce e mi nascondo, poi fuggo.

Questo a loro non piacerà...



**



Mi risveglio vedendo bianco. Un ospedale. Qualcosa non va...

Non provo molto dolore, non mi sento fasciato, i piedi sono interi. Avverto un dolore nella parte sinistra del corpo, giro la testa e vedo. Vedo quello che non avrei MAI voluto vedere. Il mio mignolo sinistro. Dove cazzo è? Giro la mano. Provo a muoverlo. E' come se muovessi un arto fantasma. Un capogiro...

Cado di nuovo sul letto, studio la mia mano. La cicatrice, i punti di sutura e quant'altro. Comincio ad essere inquieto. Cosa è successo? Quando? Perchè? Mi alzo e comincio a camminare su e giù, grido. Esco sul corridoio, vedo solo bianco. Torno dentro, trovo il cellulare sul comodino e chiamo l'unica persona che può sapere qualcosa. Mi dice che arriva in quindici minuti. Un'eternità. Non ce la faccio a resistere, comincio a colpire il muro.

Crollo in ginocchio tenendomi la mano monca. Le prime lacrime escono senza controllo spaccando gli argini del mio controllo. E rimango lì.

In silenzio. Solo.



**



La cerimonia dello yubitsume è quanto di più stupido riesca a pensare. Non ha scopo né utilità. E' semplice retaggio del passato, magari neanche troppo remoto.

Stupido perchè rendi un tuo subalterno più impedito di quanto possa essere e tutto per un caso di sfortuna, almeno nel mio caso. Hanno dovuto drogarmi con litri di sakè per riuscire a rincoglionirmi abbastanza. Non perchè protestassi. O almeno credo... Mi viene da pensare che sia quasi un atto di pietà. Il fatto che venga da loro mi fa ridere. Ma non posso farci nulla.

Non posso protestare. Se non fosse stato per loro magari ora sarei all'inferno. Mi hanno trovato quando... Trent'anni fa? Non ricordo. L'unico problema è... Come farò ora ad usare la spada?

Il rito è proprio questo. Rendere uno spadaccino più debole. La mia spada ha bisogno di dieci dita, non nove. Chissà nel futuro, quando non si userà più la spada (perchè ormai è un dato di fatto), cosa si inventeranno. Fottuti yakuza. E sono coscienti del fatto che monco servo di meno. Mi hanno dato un'altra chance, prima di tagliarmi qualcos'altro.

In silenzio fisso la mia mano e penso... Forse dovrei cambiare arma. NO.

La spada è tutto ciò che sono, tutto ciò che so fare. Devo trovare un modo per usare la spada senza il mignolo sinistro.

Devo... Spero.



**



Bestemmio loro addosso e sbatto la porta. Pare proprio che non l'abbia presa bene. Tutto per un fottuto macchinario. Sfiga. Merda...

Ora sono fuori dal gruppo e non metterò sicuramente più piedi in quella fottuta fabbrica del cazzo. La mia vita è finita. Per un attimo. Anni che se ne vanno come pioggia. In fin dei conti me ne fotte poco del lavoro però la musica. Quella non la voglio abbandonare.

Tony Iommi ha rivoluzionato tutto grazie all'amputazione di due falangi in circostanze simili alle mie. Eccolo, il Tony Iommi del 200Y. Ridicolo. Come sostituisco il mio fottuto dito?

Metto un cd degli Scarecrown e mi butto sotto la doccia. La ferita ha cicatrizzato bene. Ormai non sento più dolore. Poi... Sotto quella fottuta acqua che sembra fottuta pioggia ho la mia illuminazione. E grido. Un urlo di felicità.

Ci vorrà tempo, molto tempo. Troppo. Ma ho una via d'uscita...Devo imboccarla.

Si vive una volta sola, cazzo.

Imbraccio la chitarra. Inizio subito.





Tempo Dopo





La leggenda dell'Orco Mutilato si diffuse rapidamente in tutta Edo. Non si sapeva da dove veniva, si sapeva solo che era apparso all'improvviso. Alcune leggende dicono fosse un ladro o un condannato a morte che è fuggito nelle montagne per qualche oscuro motivo. Si dice che quando sia sceso sia diventato il sicario numero 1 della città, ovviamente al soldo di quel clan. Tutto il resto è leggenda, diceria popolare. Però una cosa, una cosa sola, é certa: se vedi davanti a te un tizio simile ad un ronin che impugna una katana con l'impugnatura segata di netto e la lama più corta venire contro di te camminando come uno spettro ... Beh... Ti conviene darti alla millenaria arte della fuga.

Il pub era pieno di gente al loro primo concerto. Non era niente di che, la tecnica era acerba. Ma la grinta e la voglia di fare si vedevano chiaramente. Ovviamente erano tutti venuti per vedere il chitarrista. Forse l'unico al mondo ad usare anche il pollice. Ovviamente questo lo costringeva a stare seduto e a tenere la chitarra perfettamente ancorata al corpo mediante strani elastici, ma riusciva a suonare. E anche bene...



**



Festeggio con una birra. Beh in realtà un po' di più... E l'indomani so già cosa farò. Mi regalerò qualcosa per aver coronato le fatiche di questi ultimi anni. Ho sempre voluto una katana da esposizione, sono stupende. Ne avevo già adocchiata una su ebay. Era strana, diversa dalle altre. Ma era bellissima. Aveva l'impugnaura segata di netto e la lama sembrava più corta...



Fine





Nota:

Non me ne frega un tubo se ciò che ho scritto non è possibile o troppo assurdo (mi riferisco alla possibilità di usare una katana senza qualche dito e suonare la chitarra in quel modo). Mi andava di scriverlo e l'ho fatto. Quindi non rompete. Altra cosa. Si avete visto bene: gli Scarecrown sono il gruppo del protagonista del mio precedente racconto Open the Gates.

1 commento:

  1. Che strana storia. Delirante, assurda quasi. Ti eri fumato qualcosa prima di scriverla? XD
    Scherzi a parte, mi è piaciuta un botto. Amo alla follia le storie dove sogno e realtà si uniscono a tal punto che il lettore - e lo scrittore stesso - non riescano più a capire dove finisca una e dove inizi l'altro. Good work, man! :D

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