venerdì 13 aprile 2012

Scintille

Scintille

Colonna Sonora: Dead Cold Inside – Whispered (2010)



Giappone, anno 1592, Inverno



Si incontrarono sotto i ciliegi, come nelle fiabe.

Però i ciliegi erano spogli. Però aveva appena iniziato a nevicare e i fiocchi sembravano quasi petali di ciliegio. Tutto, in quell'atmosfera surreale, suggeriva qualcosa di bello, qualcosa di gioioso.

Quando i due si incontrarono non dissero nulla e continuarono nel loro silenzio per diverso tempo. Ma l'acciaio no... L'acciaio avrebbe addirittura cantato.

Arrivarono allo stesso momento, quasi come se lo avessero deciso insieme, un tacito accordo. Fatto stà che tutto sembrò normale. Si scrutarono per diverso tempo. Lui la guardò ovunque, senza malizia. Il suo kimono rosso che arrivava fino ai piedi, i guanti colorati, i bastoncini nei capelli, i sandali. E infine la spada, incastonata in quel buffo ombrello scarlatto. Lui doveva uccidere una persona che come arma usava un ombrello.

Era bellissima senza dubbio, ma lui la guardava solo come un muro. Un muro da abbattere.

Lei fece lo stesso. I muscoli di lui guizzavano ovunque, la sua “armatura” (se così si poteva chiamare) si limitava ad una spalliera sul braccio sinistro e qualche pezzo di metallo arruginito. Era massiccio, i capelli fluttuavano al vento. La mano sinistra, come sempre, appoggiata sul fodero della spada. Una classica katana, col fodero che aveva una tacca quasi ad ogni centimetro. Una spada vissuta. Proprio come lui. Una spada.

Della neve si stava depositando su un ramo, presto l'avrebbe rotto col proprio peso. Quello sarebbe stato il segnale. Un altro tacito accordo.

Si misero in posizione. L'uomo arretrò la gamba sinistra e posò la mano destra sull'elsa della spada. Posa per effettuare un attacco iai. Assalto con l'estrazione della spada. Si mise di fianco, per avere un ampio angolo di attacco. Rimase immobile.

Lei non si mosse molto. Arretrò leggermente il piede destro e portò il suo ombrello, tenuto con la mano sinistra, davanti a lei. Posò l'altra mano laddove doveva esserci un'impugnatura in una spada normale. Anche la sua era una posa iai, ma di stampo diverso.

L'adrenalina cominciò a scorrere nei loro corpi. Tutto scivolò via. In lei la vendetta ardeva come un fuoco e la riscaldava. Lui aveva ucciso il suo maestro diverso tempo fa, tanto che ormai aveva scordato il suo volto. L'uomo che le aveva insegnato a vivere, a tirare di spada. L'uomo che amava.

L'uomo, dal canto suo, se ne era fatto una ragione. Era forse la sesta volta volta che si incontravano, era ora di farla finita.

Diventarono un tutt'uno con l'ambiente. Con la neve.

La neve sul ramo cadde con un tonfo e i due scattarono, l'uno verso l'altra. Sollevando neve. Un rumore metallico. Scintille.

Avevano estratto l'arma nello stesso istante provando a colpirsi, ma le lame ricurve si erano incrociate, si erano baciate sprigionando un mare di stelle. L'uomo era eccitato, lei rimaneva impassibile. La visione di quei piccoli fuochi lo faceva stare bene. Gli ricordava cosa voleva dire essere vivo. Combattere.

Lui ritirò la lama e, con un colpetto deciso col piatto, tentò di spostare la lama di lei e contemporaneamente attaccarla al collo. Lei si abbassò come un salice. Riprese equilibrio e sferzò sulla sua gamba. Altre scintille. Altro fuoco, altra vita.

Le spade si allontanarono, ma dopo un attimo si incrociarono di nuovo, ansiose di toccarsi. Lei rinfoderò. Il suo buffo modo di combattere. Rinfoderava sempre dopo ogni attacco. Poi sguainava di nuovo dando alla lama velocità superiore, dato dall'attrito col fodero.

Lui invece si limitava a combattere nel modo tradizionale, con la spada tenuta a due mani. La loro abilità trascendeva quella dei comuni mortali. Erano essi stessi spade.

Lui abbassò la lama pronto ad attaccare, ma lei lo anticipò. Lo attaccò con la lama rinfoderata, lui cercò di schivare ma venne colpito di striscio dall'ombrello che si era appena aperto. Un diversivo. Lei lo sfruttò: liberò la spada e girandosi cercò di fendergli l'ascella, per colpire l'arteria. Lui riuscì a parare, ma arrivò in ritardo e un leggero taglio apparve sul suo braccio. Lei si allontanò subito.

L'uomo andò in guardia alta. Poi cominciò ad avvicinarsi a grandi passi. Uno sguardo tagliente sul volto. Cercò di colpirla alle gambe con un calcio. Venne colpita al ginocchio e quasi perse l'equilibrio, l'aveva colta di sorpresa. Lui abbassò la spada, come un boia decapitava la sua vittima, mirando alla testa. Altre scintille. Lei si allontanò con un balzo riprendendo fiato, ma lui le saltò di nuovo addosso. Come una belva.

Tre fendenti veloci, tre scoppi di fuoco. Un vortice turbinante, neve che si alzava attorno delle due divinità combattenti.

Un sorriso comparve sul seno di lei, un sorriso rosso. Come un fiore sbocciato.

Lei attaccò, diagonale ascendente. La lama di lei scivolò su quella di lui, deviò sulla leggera patina di neve che si era creata. Questa volta le scintille erano poche. Lui l'aveva calcolato. E perciò aveva messo la spada in un'angolazione particolare. Era tutto un causa-effetto. E lui aveva vinto così tanti duelli che aveva perso il conto da tempo.

La lama di lei volò via lontano dal bersaglio, ma quella di lui non mancò. Un affondo allo stomaco, proprio sotto il seno. La lama penetrò fino all'elsa, lei tossì sangue. Lui non perse tempo e la colpì col piede, buttandola a terra e liberando la lama, rossa come un torrente di fuoco.

Lei abbandonò al presa sull'arma e tossì altro sangue. Lui si avvicinò. La guardò con commiserazione, con lo sguardo di chi ne ha viste tante. Talmente tante che lo stupore è solo un ricordo lontano. E sepolto.

Le conficcò la spada nella gola, il sangue sprizzò emettendo un suono. Il flauto della tigre caduta. Colpo calcolato al millimetro.

Lui effettuò un gesto secco con la mano della spada facendo schizzare il sangue, quindi rinfoderò. Lei continuò a suonare.

Quando morì era notte e lui ormai se ne era andato da diverso tempo.

1 commento:

  1. Mh, diciamo che...hai scritto di meglio :)
    Per lo meno, la prima parte del racconto mi è parsa abbastanza spoglia. Durante il combattimento l'adrenalina cresce, gli occhi scorrono lungo le righe arrivando con foga al finale, e ciò l'ho gradito molto. Sei un maestro nel descrivere le scene di combattimento *_* Tuttavia, rispetto ad altri racconti che ho letto, questa mi è parsa meno accattivante. Mia soggettiva impressione, ovviamente, e potrei anche sbagliarmi U.U

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