domenica 20 maggio 2012

Un Braccio, un Fratello, la Rabbia

Un Braccio, un Fratello, la Rabbia

Colonna Sonora: Moonshield – In Flames (2001)

01 - Nel Tempio

Altair venne spinto fuori dalla sala. Un rumore di pietre e detriti. Un grido umano proveniente dall'altro capo della sala, perchè sembra il grido di un'aquila?

Malik era scioccato, quello stolto aveva mandato tutto all'aria nell'arco di pochi secondi, tutto il lavoro di una giornata per il suo stupido ego, per la sua voglia di esporsi, di farsi vedere. Perchè lui era il pupillo di Al Mualim, il migliore assassino della Terra Santa. E il suo volo l'ha dimostrato, un volo a regola d'arte.

Figlio d'una gran puttana!”

Disse tra i denti. Provò l'impulso di rompersi i denti digrignandoli. Una scarica di rabbia genuina lo offuscò. Ma non se ne fece sopraffare: l'istinto, i sentimenti non portavano a nulla. Erano solo zavorra che premeva sulle spalle degli uomini. Le persone dovevano liberarsi di questi pesi, secondo Malik. E ovviamente valeva per gli assassini, soprattutto per loro. La loro zavorra doveva essere vuota allo scopo di poter esssere riempita d'obbedienza, di abilità, di volontà di morte. Quest'ultima sopratutto, perchè quando il maestro ti invitava a massacrare qualcuno tu dovevi sforzarti a trovare un motivo per farlo fuori, perchè sennò era difficile. Ecco il perchè di alcuni dei fallimenti della Confraternita.

Così la donna condannata diventava una puttana rognosa, l'uomo troppo grasso il maiale schifoso, il semplice sovrano diventa tiranno ecc. E' così, l'assassino ha bisogno di trovare dei motivi per uccidere quello che aveva davanti. Non c'era altro modo, o almeno così pensava Malik. Comunque sia non si sforzò troppo di trovare scuse per odiare quell'uomo. Non s'era fatto ammazzare da quel cretino di Altair, per lui era abbastanza. Cercò di dominare il panico.

Sfoderò la spada che aveva al fianco. Udì e si beò del rumore metallico. Quanto amava quel suono. Lo amava più dello scatto della lama celata.

Si mise in guardia senza una parola. Si accorse che sei templari lo avevano circondato. Roberto parlava concitato con un settimo templare. C'era rumore di spade, si girò verso il suono metallico. Suo fratello stava combattendo contro quattro cavalieri. Era ferito al fianco e perdeva sangue.

Malik si lanciò al templare che aveva di fronte. Lo trafisse al cuore e si girò subito. In tempo per parare un affondo, deviò la lama e contrattacco con un fendente ascendente. Dal fianco destro alla spalla sinistra, sopra il braccio. La cotta di maglia non resse e sprizzò sangue dalla ferita. Macchiò il vestito candido dell'assassino.

L'odore di sangue toccò le narici del guerriero.

Si lanciò su quello alla sua destra, il cavaliere parò. Nel frattempo quello che aveva alle spalle tentò di affondare la spada nel suo costato ma Malik danzò. Si ritrovò così alla sinistra di chi lo aveva appena attaccato, uno schivata da manuale. Lo aprì in due come un maiale squartato. Ne rimanevano ancora tre. Si girò d'istinto: suo fratello era messo male, anche se due cadaveri giacevano ai suoi piedi. Sanguinava da più punti e aveva cominciato ad ansimare, lui poteva sentirlo.

Malik, sempre stando in guardia, provò ad avvicinarsi al fratello, per dargli manforte. Mancavano pochi metri, senza pensarci si lanciò sul cavaliere che stava per colpire Kadar alle spalle, lo uccise sul colpo ma calcolò male i tempi. Nel girarsi provò a difendersi da un altro attaccante ma perse la spada.

Il maestro di spada di Masyaf glielo diceva sempre, gli pareva di sentirlo... Se sei circondato e ti lanci su quello davanti a te attaccalo sul lato in modo da poterti così girare subito... Nella foga della battaglia l'aveva dimenticato, era ancora un novellino. Scoccò un'occhiata ricambiata al fratello, tacita intesa.

Si lanciò in avanti a placcare l'altro avversario vicino, caddero a terra. Poi si udì uno scatto metallico e dalla gola del cavaliere fuoriuscì un fiotto di sangue caldo. Ritrasse la lama celata e sfoderò la lama corta che aveva alle spalle. Il fratello stava incrociando la spada con un altro templare. Erano tre contro due.

Malik si gettò contro quello più lontano con la lama corta. Mirò alla gola, ma l'altro parò. Seguì uno spruzzo di scintille. L'assassino, con la mano sinistra, “schiaffeggiò” la mano della spada dell'avversario e, avendo via libera, sgozzò il cavaliere. Cadde senza un lamento. Senza perdere tempo si gettò sull'altro. Le lame danzarono. Questo era uno spadaccino provetto, lo ferì al braccio destro; non era una ferita profonda e riuscì a contrattaccare con la lama corta. Affondo dritto al cuore.

Si girò in tempo per vedere il fratello a terra e il templare pronto a finirlo. Lanciò un coltello, poi un altro e infine un altro ancora. Anche l'ultimo era andato.

Svelti, dobbiamo levare le tende!” Era la voce di Roberto

Aveva in mano lo strano oggetto dorato. E alla sua destra il cavaliere che aveva visto prima, con la spada sguainata. Malik si gettò sul cavaliere e il fratello su Roberto, lo fecero all'unisono. Malik venne disarmato in un attimo e subì un taglio sopra l'arcata sopracigliare nel tentativo di schivare. Tuttavia riuscì a pugnalare l'altro con la lama celata. Si girò: Kadar era a terra con una ferita profonda, Roberto, con la spada in una mano e l'oggetto nell'altra, era sopra di lui. Malik si alzò.

Roberto lo vide lanciarsi contro di lui e colpì con la spada, rapido come un serpente. La sua spalla sinistra sembrò quasi esplodere. Il sangue fuoriusciva copioso. Urlò con quato fiato aveva nei polmoni. Roberto era troppo forte per lui. Fortunatamente però aveva lasciato cadere l'oggetto, l'assassino si buttò per terra a prenderlo. Lo teneva con la mano destra, tremava tutto. La voce di Roberto tuonò.

Dammi la Mela o il tuo amico va a finire all'altro mondo!” Puntò la spada alla gola di Kadar.

La mela? Perchè lo chiamava la mela? Cosa doveva fare? Provare a salvare il fratello o portare la mela in salvo? Di certo non poteva fare entrambe le cose... E cosa gli assicurava che lasciando la mela Kadar sarebbe stato salvo? Roberto era troppo bravo con la spada, li avrebbe quasi sicuramente uccisi entrambi.

Come risposta alle sue domande sentì un nuovo rumore di pietre e detriti, come prima. Malik pensò ai propri confratello arrivati in aiuto, chiamati da Altair. Tuttavia una volte che il passaggio fu aperto arrivarono altri templari, armati fino ai denti.

Maledisse di nuovo Altair fra i denti e imboccò la strada che aveva preso per arrivare poco tempo prima. Sembra passata un'eternità... Si scoprì a pensare.

Mentre usciva dalla sala pianse un'unica lacrima per il fratello.

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