domenica 27 maggio 2012

Un Braccio, un Fratello, la Rabbia

Un Braccio, un Fratello, la Rabbia

Colonna Sonora: Slave New World – Sepultura (1994)

02 – Fine e Inizio

Il sole...

Fu la prima cosa che pensò Malik appena fu uscito dal Tempio. La strada che aveva imboccato l'aveva portato all'aperto dove lo aspettavano tre cavalli. Ansimante e coperto di ferite scelse quello di centro, che aveva usato all'andata. Impiegò un quarto d'ora solo per salire senza far cadere lo strano oggetto e provando a non usare il braccio sinistro, diventato solo un crogiolo di dolore. Quando si mise in sella emise un sospiro di sollievo e si rese conto del suo stato. Il fodero, alla sua sinistra, era vuoto, così come quello alle spalle. Alla cintura tre sacche dei coltelli da lancio erano vuote, ma gliene rimanevano ancora due. Almeno la lama celata era al suo posto. Come se potesse essere altrimenti. La sua spalla grondava sangue, la sua tunica era bianca solo nella zona sotto la cintura. Ormai si sentiva debole.

Con le ultime forze rimaste colpì i fianchi del cavallo con gli stivali e poi si accasciò sul collo dell'animale, l'oggetto tenuto con entrambe le mani. Prima di perdere i sensi sperò solo che il cavallo conoscesse la strada del ritorno. Il cavallo galoppava veloce e sembrava quasi cullarlo.

Non ricordò quanto tempo dopo si svegliò, ma quando avvenne si rese conto di essere in un pasticcio. Al principio non capì nulla: era come tentare di contare gli studenti di una scolaresca iperattiva mentre uno ti conta i numeri nelle orecchie. In un secondo ricordò di aver sognato, ma non esattamente cosa. Un flebile ricordo tuttavia persisteva, sforzandosi ricordò qualcosa: c'era un gran sole anche nel sogno, un falco pellegrino senza un'ala (quindi condannato a terra) starnazzava qualcosa contro un'aquila maestosa che volava nel cielo. L'aquila però non rispondeva.

Era l'unica cosa che ricordava. Poi subentrò la realtà, con la grazia di un elefante in corsa. Il cavallo, ferito di striscio ad una zampa, tentava di fuggire da altri due cavalli che gli si stavano avvicinando a grande velocità. Evidentemente un impatto c'è già stato, rilevò Malik. Girandosi vide i cavalieri, due templari. La visione non lo stupì, anzi gli strappò una risata. Una di quelle finte, sardoniche, segnate dalla disperazione. Tuttavia, nelle sue circostanze, poteva fare poco. Non pensò nemmeno ai coltelli, non voleva sprecarli: non era bravo a colpire oggetti da cavallo. Si sforzò di riconoscere il paesaggio.

Il cavallo stava seguendo uno stretto sentiero coperto di alberi spogli, tronchi sul terreno. Davanti a sé vedeva un arco sorretto da due colonne. Alzando lo sguardo notò una fortezza di pietra stagliarsi contro il cielo. Mai Masyaf gli era sembrata più bella, più maestosa, più superba. Era a casa.

Girandosi notò che i cavalieri erano sempre più vicini e sforzandosi di vedere ancora più dietro notò una gran quantità di stendardi bianchi con qualcosa di rosso dipinto. L'esercito di Roberto era ancora lontano, forse avrebbe potuto dare l'allarme. Evidentemente i due cavalieri erano l'avanguardia o qualcosa di simile. Intanto il cavalli di Malik superò il colonnato. Ancora pochi minuti e sarebbe arrivato al villaggio e quindi alla salvezza. Aveva portato a termine la missione che nemmeno il grande Altair era riuscito a compiere, ma a che prezzo?

D'un tratto si ricordò di suo fratello e quel poco di gioia che aveva svanì come neve al sole.

Vide le fortificazioni lignee all'entrata del villaggio, cominciò a urlare a pieni polmoni.

Aiuto, ci attaccano! Uomo ferito!”

Non badò tanto a quello che disse. Pensò solo a informare dell'attacco e a fornire una spiegazione per il suo comizio. Le porte si aprirono appena le vedette videro il cavallo lanciato nella folle corsa. Due assassini gli vennero incontro lentamente puntando le mani aperte contro di lui come a dire di fermare il cavallo. Malik provò a tirare le redini con la mano libera ma non sortì alcun effetto. Con una nota di rammarico notò che il cavallo era terrorizzato e nel totale panico. Sapeva cosa significava una caduta da cavallo a quella velocità e nelle sue condizioni sapeva benissimo che rischiava la morte. Abbattuto si accasciò sulla criniera aspettando l'urto.

Il cavallo venne azzoppato dai due assassini e Malik finì a terra. Urlò di dolore, dolore puro. L'oggetto gli scivolò di mano.

Presto aiutatemi, i Templari stanno attaccando e devo portare quel coso da Al Mualim, qualcuno mi aiuti!”

Uno dei due prese l'oggetto e aiutò il ferito ad andare alla fortezza mentre l'altro chiudeva i cancelli e dava l'allarme. L'assassino era talmente debole che quei pochi gradini in salita gli parvero una scalata. Una volta arrivato sforzò al massimo le sue energie per arrivare nella biblioteca, dove stava di solito il maestro, precedendo il suo aiutante. Quando arrivò Al Mualim stava vituperando il suo confratello. Si godette la bella vista e questo riuscì a farlo sentire meglio.

... Non sono ancora morto!” Disse entrando. Altair lo guardò allibito.

Spiegò tutto. Poi il vecchio diede disposizioni e Altair scomparve, ma non prima che Malik lo colpisse con un'occhiata carica d'odio. La prese come la sua prima rivincita e si sentì subito meglio. Tenendosi il braccio prese la parola.

Maestro...?” Troppi interrogativi, troppi concetti, poco fiato.

Hai fatto un ottimo lavoro. Altair sarà punito, non con la morte perchè ancora ci serve, ma pagherà. Te lo giuro. Ora vai a farti medicare, una volta respinto l'attacco finiremo di parlare, ora ho da fare.”

Malik venne condotto da un servo in una zona della fortezza adibita ad infermeria. Non ricordò come e perchè, ma dopo poco perse di nuovo i sensi, fuori infuriava la battaglia.

[…]

Quando si svegliò la prima cosa che vide fu la fasciatura al braccio sinistro. Fasciatura che terminava troppo presto. Capì subito. Non disse nulla, si morse il labbro con rabbia e cercò di captare rumori. Tutto era tranquillo. La battaglia era finita, molto probabilmente la fortezza aveva resistito. Chiamò a gran voce e qualcuno venne di corsa.

Che è successo?”

La fortezza ha resistito, Altair ha fatto scattare la trappola dei tronchi nella torre di vedetta. L'esercito di Roberto è in rotta.” Si interruppe, come per ricordare qualcosa di importante. “Dimenticavo di dirti che tuo fratello è morto. Roberto lo teneva come ostaggio, ma appena ha visto che non gli serviva l'ha trapassato da parte a parte.”

Vattene.” Gli disse.

Era pronto a quell'eventualità. In cuor suo Kadar era già morto, ma la ragione non voleva accettarlo. Si cullava dell'illusione che fosse ancora vivo, dopotutto non l'aveva visto morire. Si sentiva giustificato da questo. Ora però era diverso. Il suo confratello non aveva motivo alcuno di mentirgli. Suo fratello era morto. Le lacrime presero a scorrergli, calde come un fiume infuocato. Fu un pianto silenzioso, uno di quelli che ti taglia l'anima in due. Dopo un intervallo di tempo che gli parve interminabile il maestro tornò.

Mi dispiace per tuo fratello. Non perderò tempo, Altair, nonostante tutto, ha fatto la sua parte. Per redimersi dovrà uccidere alcune persone sparse per la Terra Santa. Tu diventerai il rafiq di Gerusalemme, tanto senza un braccio non saresti buono per combattere. Parti domani.” Detto ciò scomparve. Come era arrivato.

Malik si sentì male. Trattato come una bambola rotta. Come un giocattolo che si butta appena non funziona più. E quello che pungeva era che il maestro aveva ancora buone parole per Altair. Ciò lo sconvolse. Per colpa sua, della sua incompetenza aveva perso un fratello e un braccio. Il Futuro.

Tutto ciò che gli rimaneva era la rabbia, l'odio. Indirizzati verso un unico bersaglio: Altair. Un sentimento cieco, irragionato. Gli caddero altre lacrime, ma queste erano lacrime di rabbia, di frustrazione.

Con quest'unica mano che mi rimane io ti strapperò il cuore, lurido figlio d'un cane. Lo giuro.

Fine (?)



Dedicato a Martina

1 commento:

  1. Molto bella questa fic divisa in due parti, dove torna nuovamente il tema di AC. La preferisco alle altre, forse perchè questa è molto più articolata, di conseguenza maggiormente apprezzabile. Ottime le descrizioni dei sentimenti e delle lotte, ma come al solito stà attento ai segni di punteggiatura e alle parole ridondanti :)

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