sabato 17 marzo 2012

Io sono Dio

Io sono Dio



Colonna Sonora: Es Wird Schlimmer - Die Apokalyptischen Reiter (2008)



Per il mio primo incarico sono tranquillissimo.

Ho sentito di gente che al primo incarico se la cagava sotto dalla paura o di novizi che nel momento della verità divenivano preda delle emozioni ed esitavano, compromettendo tutto il lavoro. Ma non io e non oggi.

Questa mia freddezza è molto ammirata dal maestro, forse è la qualità che preferisce di più in me. Una qualità rara.

Sistemo l'equipagiamento: allaccio la spada lunga alla cintura, sistemo il pugnale sulle spalle, controllo se i miei coltelli da lancio ci sono tutti, faccio scattare la molla della lama. E' tutto in ordine.

Il mio obiettivo è un certo Sebastien. Un tedesco, di cui non si sa nè come nè perchè, che si occupa di gestire un bordello nel quartiere povero di Damasco. Il maestro non mi dice cosa ha fatto, nè perchè merita la morte, ma la cosa non mi interessa. Il mio compito non è fare domande, è agire.

Esco dalla fortezza col sorriso sulle labbra, gli altri mi guardano stupiti. Certa gente non riesco proprio a capirla.

Arrivato al cancello prendo l'unico cavallo e mi fiondo verso Damasco. Durante il tragitto incontro diversi soldati che mi riconoscono, ma riesco a seminarli. Al tramonto arrivo a Damasco. Scendo da cavallo e mi guardo intorno. E' la prima volta che vengo quì, ma so già cosa fare.

Avvisto un gruppo di uomini in bianco che si muove verso il grande cancello sorvegliato da guardie. Mi unisco, loro non proferiscono parola. Arriviamo subito davanti alle guardie, incosciamente mi viene da toccare il meccanismo della lama. Una volta dentro mi stacco dai religiosi e imbocco il primo vicolo alla mia destra. Qualche minuto dopo sono sul tetto.

Secondo le indicazioni di Al Mualim, la dimora degli Assassini si trova nel centro esatto della città. Comincio la mia corsa. Avevo già provato a saltare sui muri, correre sui tetti, ma farlo in una città affollatissima e piena di guardie è un'altra cosa. Mi sembra di volare...

La dimora degli assassini ha l'ingresso sul tetto. Entro e parlo col rafiq. Mi dice tutto ciò di cui ho bisogno e mi augura buona fortuna.

Racolgo informazioni fino a tarda notte poi decido di attuare il mio piano.

Un informatore mi ha dato una mappa che mostrava anche i punti in cui si trovavano le guardie che circondavano la struttura(guardie in un bordello?? forse questo Sebastien ha davvero fatto qualcosa).

Sono cinque, le faccio fuori tutte piantando la mia lama nella loro schiena. Muoino prima di poter solo capire cosa è successo. Trovo la botola. Scendo.

Un altro informatore mi ha dato la piantina della costruzione in cambio di un favore. Arrivo alla stanza da letto di Sebastien, entro senza fare rumore.

Lui è seduto su un tavolo a scribacchiare qualcosa, assorto nei suoi affari, non mi nota. Camminando verso di lui noto una croce di colore rosso su uno scudo appeso al muro. Che genere di blasone era? Che ci faceva lì? Poco importa, sono a soli tre passi da lui. Faccio scattare la lama, con la mano destra gli artiglio la spalla e lo faccio girare verso di me, carico la lama.

Davanti a me un vecchio emaciato e pallido, con lo sguardo spento. Le sopracciglia corrugate da un'espressione di paura e sconsolatezza. Il naso era percorso da una cicatrice, la barba incolta e brizzolata arrivava alla base del collo. Visibilmente scioccato. Deve aver capito.

Sembra paralizzarsi, sgrana gli occhi. Vedo il terrore fin nella sua anima. Probabilmente aveva provato a gridare ma la paura deve avergli intorpidito la lingua. Siamo rimasti in quella posizione per alcuni secondi. Lo vedo quasi invecchiare di colpo. Quest'uomo ha una gran paura della morte, dell'ignoto. Come dargli torto, da lì a qualche minuto sarebbe stato buono per concimare i campi.

Il mio sguardo è severo, freddo. La mia testa stava calcolando tutte le possibilità di quella situazione e le stava valutando. Mai farsi prendere dalle emozioni nel mio lavoro, ora capisco perchè. Eppure...

Quello sguardo terrificato me lo stavo godendo. Era bello, mi faceva stare bene, mi sentivo padrone di un'altra vita. Decido di farla finita, poi la porta dietro di me sbatte ed entra una ragazza.

<< Padron- >>

Si blocca di colpo nel vedermi, come il vecchio. Potrei uccidere anche lei in un lampo, ma non ne ho motivo. Mi ha visto certo, per una mia imprudenza, ma la paura non l'avrebbe fatta parlare. La fisso, lei non regge il confronto e si accascia svenuta. Torno a guardare il vecchio, come pietrificato.

Il potere di dare la vita e di toglierla. La facoltà di avere la vita di una persona nelle tue mani. Io sono padrone di tutto ciò. Io sono Dio.

Calo la lama nel suo occhio destro e il sangue sprizza come da una fontana.



1 commento:

  1. Questa è molto più bella :) Mi è piaciuta davvero tanto, anche perchè adoro la saga di AC ^_^

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