sabato 3 marzo 2012

Open the Gates!

Open the Gates!



Colonna sonora: Whispered - Blindfold (2010)



La terza birra sa sempre di piscio. La seconda sa di acqua. Solo la prima sa di birra. Se poi continuiamo scopriamo che la quarta sa di vomito, e così via. Fino a chè il solo pensiero di immettere liquidi nel corpo ti fa rabbrividire più di una rissa con Mike Tyson. Ma a quel punto di solito sei già partito. E a quel punto di solito vorresti solo dormire.

Ma non oggi, non stasera. Ho un impegno programmato. Devo fare qualcosa di molto importante. E' quasi come un rituale. Un impegno scandito da una sorta di orologio biologico. Una cosa che, a dirla tutta, adoro fare.

Perchè, magari chiederete. Ma chi se ne fotte del perchè. E' una parola vuota, senza significato. Una convenzione adottata da animali bipedi eretti che si divertono ad inneggiare pezzi di carta, che con una mano danno qualcosa e con l'altra tengono il pene di qualche ragazzino. No, il perchè non importa.

Butto la settima bottiglia mezza piena (o mezza vuota?) contro una parete. Il liquido si sparge per terra. Sul muro mi pare di scorgere una crepa. Sarà qualcosa come la quarantesima birra mezza piena (o mezza vuota?) che ci butto in cinque anni. Mi alzo da terra, sudato come un animale. Mentre mi alzo guardo la poltrona vicino a me e penso al perchè ero seduto per terra, ma ancora una volta... non importa.

I vestiti appicicaticci addosso, i capelli arruffati che non lavo da almeno cinque giorni si attaccano sulla mia fronte madida di sudore. Barcollo verso il tavolo, pronto con l'attrezzatura, quasi mi ci accascio. Come posso iniziare conciato così? Bah... La mia testa si gira, incontra quella cosa, una cosa che non ci deve essere, ma che puntualmente piazzo lì. La cornice è sgretolata in più punti, la foto immacolata.

Vaffanculo.

La schianto fuori dalla finestra, sulla strada. Sento un rumore quando cade, un rumore diverso dal solito, forse ho colpito qualcosa. Facendo forza sul tavolo mi alzo e rido pensando a quanti altri voli sarà costretta a fare quella foto del cazzo, foto che non riesco a distruggere, nè a dimenticare.

Nel mettermi eretto l'occhio cade sul manifesto dell'ultimo concerto, risalente a quattro mesi e mezzo fa. Ci sciogliemmo una settimana dopo per una cazzata che nemmeno ricordo. Brutti figli di puttana, andate a farvi fottere! Il manifesto aveva scritto sù:

Scarecrown Live at Danish Pub, *********** City

29/12/200Y

Decido che il poster può restare. E' figo, è grande e l'immagine del teschio in sottofondo è dannatamente cazzuta. Ok, ho perso troppo tempo, è ora di iniziare. Sposto tutti gli attrezzi. Tutto è collegato ad una presa vicino al terrazzo. Credo di averla sovraccaricata, magari esplode. Collego il cavo alla mia Molly. Ok, sono quasi pronto. Mi metto i guanti da motociclista, mi tolgo la maglietta dei Maiden e la butto per terra, tanto umida da sembrare merda, e rimango così. A torso nudo. Come i guerrieri vichinghi Berserkr che andavano in battaglia strafatti da qualcosa roteando un'ascia affilata come una forchetta.

Ma la mia non è una guerra, anche se il mio intento è farla divenire tale. Ok, sono pronto. Esco fuori, sul terrazzo. La brezza d'inizio inverno mi investe come un autotreno, mi sento smarrito, mi sento male. Il freddo punge come mille pugnali. Ma non c'è niente di meglio per smaltire una sbornia non voluta. Imbraccio Molly, i cavi sono lunghi abbastanza da arrivare al tetto.

Mi arrampico e arrivo sul tetto, Molly attaccata a me. L'adrenalina comincia a fare effetto, quasi senza motivo. Mi erigo sulle tegole. Mi sgranchismo le mani. Premo il pulsante, prendo il plettro. E' tutto pronto!

Prima di iniziare guardo la luna piena, tanto piena da oscurare le altre stelle. Notte da licantropi, mi avrebbe detto mio nonno, che aveva da scherzare su tutto. Aveva scherzato anche sul suo primo infarto. Ma non l'aveva fatto sul secondo.

E' questione di attimi. Assaporo il freddo, il dolore, la scarica interna, la sensazione di non poter quasi respirare e la cerco di assaporare la sensazione che proverò fra qualche minuto, quando avrò aperto i cancelli dell'Inferno. Inferno, Meifumado, Tartaro, Ade ecc. Tanti nomi per un solo concetto... Di nuovo, le parole sono solo convenzioni, valgono meno di nulla. Ho solo voglia di farlo. Non esiste nient'altro. All'inizio pensavo fosse per lei, ma sono solo stronzate. Lo faccio per me, lo faccio perchè ho sempre desiderato farlo e cercavo solo una scusa per iniziare. Perchè se non mi sprona qualcuno non ho le palle di far nulla. Faccio abbastanza schifo. Ma che importa. Falla gridare quella puttana! Mi diceva la testa, come ai bei vecchi tempi. Quando bestemmiare era una moda e quando era moda anche indossare croci rovesciate e altre stronzate. Tutta immagine, tutta scena. Qualcosa che rovina tutto. Ma oggi porterò tutto all'essenza, tutto come deve essere. Tutto ciò di cui ho bisogno è Molly. Fortuna che non piove.

Falla gridare quella puttana!

Ok sono pronto. Starnutisco. La mano sinistra è a penzoloni, il "macello d'apertura" (come lo chiamavo io) lo facevo sempre al naturale, come un bambino appena uscito dal grembo di una madre morente. Alzai il plettro. Controllai gli strumenti, era TUTTO al massimo. Rilasciai la mano, sfregai sulle corde, talmente forte che mi venne un capogiro e la musica (il rumore?) mi investì in tutta la sua forza. Fu come un tuono, un flumen in clausola o come cazzo si dice. Lasciai che le onde si propagassero del tutto, che tornasse il silenzio ancora un attimo, un solo secondo. La calma prima di una nuova tempesta. L'inferno dopo un breve paradiso. E penso ancora, perchè lo faccio?

Perchè è l'unica cosa che mi fa sentire VIVO.

Ciò presuppone che mi senta morto e allora si potrebbe pensare che io sia solo un mentecatto bastardo e coglione.

Un nuovo macello trancia in due i miei pensieri senza senso come una spada fa a pezzi un uomo urlante. Non ho bisogno di pensare. Pensare è la cosa più stupida che ci possa essere. Non devi pensare. Devi agire. Non devi sapere, l'ignoranza è un bene. Devi fare!

I miei ultimi pensieri. Partì l'assolo. Nella notte fu come se un demone picchiasse una mazza ferrata contro ogni casa. Fu un mare in tempesta, fu una guerra, la terza guerra mondiale, la quarta, la quinta e anche la sesta. Tutte insieme. Non si poteva dormire durante la guerra. Fu una nuova Sekigahara, un nuovo macello compiuto in nome di Dio.

Ci tengo a precisare che non stavo andando a casaccio, seguivo la mia parte di When the Silence is Loud! Nostra canzone iniziale, serve a scaldare il pubblico e serve a farci ridere mentre la gente si spintona sotto di noi. E' da sballo.

Le mani si muovevano come automi, le dita sfregavano dannatamente forte. Mi accorsi di perdere sangue, i polpastrelli non erano più quelli di una volta. Vabbè, poco importa. Mi sento figo a suonare mentre sanguino. Mi sento forte. Mi sento VIVO. Cominciai a sentire, nel casino generale, gente che gridava, vidi gente uscire dalle case di quel bel quartiere di ************.

Le vidi imprecare verso di me. Non erano ancora abituati. Ogni 25 accadeva e ancora non erano soddisfatti. Più volte avevano minacciato di chiamare la polizia e io mi fermavo per paura. Ma non oggi. Oggi è un anno esatto. Oggi continuerò fino a farmi sanguinare ogni poro del corpo. Il suono contundente di Molly continuava imperterrito. I guanti mi presero fuoco. No no, è solo la mia immaginazione. Perchè i guanti dovrebbero andare a fuoco? Il perchè non importa. Ho fatto quanto dovuto, ora me la spasso.

Un quarto d'ora dopo di un assolo allucinante che mi fece capire di stare male vidi delle luci blu e rosse in lontananza. Risi. Poi urlai, un suono gutturale, un animale ferito. O Solo un coglione. La mia parola fine a tutto questo. Il vento continuava a toccarmi. Mi inginocchiai, attento a non cadere dal tetto. Grandissimi figli di puttana.

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Quando lo raccolsero e lo portarono indietro stava ancora ridendo in modo convulso.



1 commento:

  1. Credo sia inutile commentarla ulteriormente. E' meravigliosa, te l'ho già detto. Un misto di follia e realtà sugli assoli di una chitarra che sembra quasi prender vita, e partecipare al tormento di un animo straziato.

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